Si dirà che la Ndocciata del 2021 non c'è stata. Forse qualcuno distratto lo potrà dire. Ma se si guarda bene, ciò che è mancato è stato solo l'ultimo passo, la sfilata finale. Perchè i fuochi c'erano e le ndocce pure.
Essi erano stati realizzati con difficoltà, solite e nuove. Nella paura del contagio. Nell'incubo dei Dpcm. Con i tempi stretti. Ma nonostante tutto, i volontari non sono mancati. C’erano stati dati anche i permessi: il sindaco si era preso carico di tutte le responsabilità dell’evento e la questura ci aveva dato il nullaosta in merito alla sicurezza. Tutto era pronto. Gli ndocciatori c'erano. E c'erano anche i bambini emozionati pronti per portare la loro prima ndoccia accesa.

L'incubo dei Dpcm è sembrato quasi avverarsi quando è arrivato a poche ore dall'inizio il decreto che vietava gli eventi anche all'aperto. Fortunatamente non sarebbe entrato in vigore se non un paio di giorni dopo, permettendoci quindi di partire. Sembra fatta, ma poi un'altro imprevisto: si alza il vento. Un vento forte. Questa volta è la protezione civile che ci blocca: la situazione è troppo pericolosa considerando che bisogna accendere in totale quattro falò. Il vento è sempre di più e ci rendiamo conto che non possiamo fare altro che accettare questo divieto. Naturalmente la delusione è tanta. Non tutti accolgono questa decisione e c’è chi cerca soluzioni e sotterfugi. Ma le chiacchiere stanno a zero: le condizioni meteo non migliorano e le restrizioni non ci permettono di rimandare.
La frustrazione è tanta per chi voleva partecipare o guardare; ma molto di più in coloro che avevano lavorato dietro le quinte, nelle settimane e nei mesi prima, per preparare i falò e le ndoccie.
Si pensa di accendere solo il fuoco principale nei giorni successivi, ma l'ennesima ondata di covid che ha raggiunto il paese tra natale e capodanno, fa sfumare anche quest'ultima possibilità. Pertanto alla fine il falò “fuori la porta” è stato definitivamente smantellato nei primi giorni del nuovo anno.

La Ndocciata del 2021 finisce quindi così, con un profondo dolore nel cuore. A questo punto però è importante ribadire che noi non ci arrendiamo. La voglia c'è ancora, è non c'è alcuna intenzione di far morire questa tradizione e tanto meno il paese, anzi decisamente il contrario. Alle avversità si resiste e si agisce e pertanto noi con il pensiero già stiamo alla prossima Ndocciata.